Anche se si trova in zona rossa o arancione, è possibile per un ristorante restare aperto se ha un contratto di somministrazione pasti con una Ditta adiacente che vuole fornire il servizio pasto per i suoi dipendenti.

Trasformandosi in mensa, il ristorante non rischia multe.

Bisognerà però essere in possesso di un contratto firmato da un’azienda che dichiara di aver bisogno di far mangiare i propri dipendenti.

Cosa dice il DPCM in merito ai ristoranti e ai bar

Tutti i DPCM, compreso l’ultimo firmato da Mario Draghi, consente esplicitamente di continuare a svolgere le attività di “mense e catering continuativo su base contrattuale”, a patto ovviamente che siano rispettate tutte le regole anti-Covid per la distanza di sicurezza e le linee guida locali.

I vari DPCM infatti riportano “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica del COVID-19”. Introducendo misure di contenimento applicabili alle aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario “elevata” e con “massima” gravità, quelle appunto chiamate zone arancioni o rosse.

In particolare prescrive la sospensione delle attività di ristorazione e bar ad esclusione “delle mense e del catering continuativo su base contrattuale”.

Quindi i ristoranti e i bar chiudono, mentre invece rimangono aperte le mense e i catering continuativi su base contrattuale.

Rimangono così aperte sole le mense, le quali hanno infatti la funzione di garantire ai lavoratori di consumare un pasto caldo nel corso della giornata lavorativa.

I ristoranti trasformati in mensa

Il Ministero delle Finanze, spiega: “Tenuto conto della nuova formulazione della norma, è opportuno precisare che tra le prestazioni di vitto e le somministrazioni in mense aziendali, anche gestite da terzi, sono comprese le convenzioni con i ristoranti.”

Quindi, con questa interpretazione si apre uno spiraglio per quelle attività che possono, e vogliono, offrire un servizio alle imprese.

Trovi qui il Modulo convenzione ristorante mensa per attivare il servizio mensa nel tuo locale.