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Publicato da: Giorgia il 15/02/21 12:24

Covid: STOP allo sci fino al 5 Marzo

Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato ieri sera, 14 Febbraio, un provvedimento che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 Marzo 2021, la data in cui scadrà in DPCM attualmente in vigore.

La decisione arriva all’ultimo momento, giusto il giorno prima della prevista riapertura degli impianti da sci.

Il provvedimento ministeriale tiene conto dei più recenti dati epidemiologici, e in particolare alla variante inglese, ampiamente diffusa anche in Italia e che desta molte preoccupazioni.

Ristori e indennizzi per il settore

Il Comitato Tecnico Scientifico aveva rilasciato la decisione alla politica, ma specificando che a causa delle diverse varianti non esistono le condizioni per allentare le misure restrittive.

Per le attività sciistiche saranno previsti dei ristori, infatti nel provvedimento il ministro Speranza dichiara: «Il Governo si impegna a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori».

Purtroppo questo non basta a calmare le ire degli operatori del settore e delle Regioni, a partire dalla Commissione Turismo della Conferenza delle Regioni che dichiarano: “Per l’economia delle Regioni è una mazzata all’ultimo secondo, perché dopo due rinvii arriva un altro stop”

La delusione delle Regioni per la decisione presa all’ultimo momento

L’assessore al Welfare Letizia Moratti, della Lombardia definisce la decisione presa all’ultimo momento “Un danno grave”. Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, si dice “allibito da questa decisione”.

Luca Zaia, il presidente del Veneto dichiara: “è innegabile che questo provvedimento in zona Cesarini mette in crisi tutti gli impiantisti”.

Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni dichiara: “Stupore e sconcerto, anche a nome delle altre Regioni, per la decisione di bloccare la riapertura degli impianti sciistici a poche ore dalla annunciata e condivisa ripartenza”.

Ma la polemica non è solo tra le Regioni ma anche all’interno del governo stesso. Protestano infatti Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia che dichiarano: “La montagna, finora dimenticata, merita rispetto e attenzione: che risposte si danno e in che tempi al documento predisposto dalle regioni? Non è solo questione di cifre: non è detto nemmeno che bastino i 4,5 miliardi richiesti quando la stagione non era ancora compromessa, probabilmente ne serviranno di più, a maggior ragione se ci sono altri stop. Gli indennizzi per la montagna devono avere la priorità assoluta, quando si reca un danno, il danno va indennizzato; già subito nel prossimo decreto”.

Protestano anche i capigruppo del Carroccio, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari che dichiarano: “Non si può continuare con il metodo Conte, annuncio la domenica e chiusura il lunedì”. Inoltre auspicano un cambio di squadra a livello tecnico attaccando quindi non solo il ministro Speranza ma anche Ricciardi e Arcuri.

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